Vurah

Divinità della disciplina

Divinità

Noto anche nelle comunità mezzelfiche come “Il Guardiano delle Tradizioni” o “La prigione che cammina”, Vurah è uno dei figli di Dalunulad. Delle tre divinità mezzelfiche lui è sicuramente quello che ricopre la carica di Giudice, continuamente oberato dalle scelte per il bene del suo popolo, anche a discapito degli altri quando necessario.

Dogma

Vurah richiede molte cose ma sopra ogni altra lui richiede la Disciplina in tutte le cose: nel camminare, nel parlare, nel mangiare, nel pregare. Insegna anche il senso di Sacrificio e che spesso molte cose possono essere ottenute sacrificandone altre, spesso e volentieri è una scelta che aspetta al singolo individuo e non alla comunità. Ogni singolo individuo di una comunità, pensando al bene collettivo, dovrebbe sacrificare qualcosa. Allineandosi alla figura Paterna di Dalunulad, anch’egli afferma l’importanza dell’ospitalità, elargendo un aiuto a chiunque ne chieda – mezzelfo o meno – tranne per gli approfittatori che sono severamente puniti.
Come Dio Giudice punisce gli atti meschini, inutilmente violenti e criminali.

Storia

Quando Dalunulad nacque, insieme alla divinità si crearono altre due entità, figli e gemelli dello stesso Dio, poiché formati da ciò che per il Primo Mezzelfo non era più utile.
Vurah però nacque informe, privo di una vera fattezza se non quella di una strana ed informe gelatina che somigliava all’abbozzo terribile di un infante dalla consistenza molliccia e violacea, un globo informe di una bruttezza tale che il solo sguardo faceva inorridire chiunque, tranne Dalunulad che lo accettava per quello che era e sua sorella Sed che invece era di una bellezza fuori dal comune.

Vurah non riusciva a stare nemmeno in piedi senza l’aiuto di un appoggio, doveva trascinare il suo molle corpo come una slavina scivola giù da una montagna e la cosa peggiore era il suo continuo crescere, rendendolo sempre più informe, simile ad un enorme globo dalla forma astratta e scintillante.
Il suo animo, invece, era tutto ciò che di nobile fosse riuscito a recuperare dall’unione di Nua’al e Ludd; un essere giusto, retto, in grado di conferire uno stato di serenità fisica estrema nel prossimo così come di protezione.

Egli però detestava enormemente il suo corpo e guardando la gemella si malediceva. Non era invidioso della bellezza altrui, bensì era violentemente scosso dalla vergogna di poter essere appaiato ad una creatura così bella, pensando quanto potesse rovinarla. Il suo solo apparire rovinava quello altrui e per quanto sciocco, il pensiero non dava pace alla divinità.
Per questo decise di percorrere un lungo viaggio che l’avrebbe portato in altri luoghi.

Arrancò fino alle montagne, dove le catene elementali di Viðarr si scossero al punto da donare vita al figlio che divenne il Patriarca dei Nani, Ogun. A costui Vurah chiese aiuto, disperato, oramai più simile ad un blob mostruoso senza più veri confini che rassomigliassero ad una forma mortale.
Il Dio della Forgia guardò la cosa, riconoscendo in essa parte del retaggio di coloro che erano oramai troppo spesso nemici dei suoi figli, chiedendo a che pro aiutare un Dio che non riusciva nemmeno ad avere una forma. Vurah chiese ancora aiuto, poiché la sua necessità di avere una forma non veniva da un proprio capriccio ma dal voler non far sfigurare sua sorella gemella.

Benché la motivazione fosse frivola riconobbe l’intento di Vurah come un volersi migliorare e – più importante – una devozione alla famiglia seconda solo al popolo Nanico. Ogun dunque acconsentì, avvertendo però la divinità senza forma che il processo per avere un corpo sarebbe stato lungo e doloroso. Vurah fu talmente rasserenato dalla risposta affermativa del Patriarca nanico che non volle sapere di cosa si trattasse e che, semplicemente, agisse.

Venne gettato vivo nella forgia. Ogun soffriva nel vedere Vurah contorcersi dal dolore ma non poteva forgiare quel corpo in maniera diversa; doveva scaldarlo come metallo e lo avrebbe poi lavorato con il proprio martello. Fu un lavoro lungo ed estenuante ma il dio mezzelfico non si lamentò neanche una volta, nonostante le fiamme lo sciogliessero fino a renderlo un liquido incandescente.

Quando uscì dalla fucina di Ogun, Vurah era un Dio con un corpo completamente rinchiuso in un’armatura, fatta della sua stessa sostanza. La sua carne ora era come lucido metallo e tutta la sua essenza era imprigionata nell’armatura. Il Dio della Disciplina, per ringraziarlo, assicurò che il popolo della sua stirpe a lui fedele non avrebbe mai attaccato un Nano a meno che quest’ultimo non si fosse trovato in pericolo di vita. Al Dio dei nani stette bene e sugellò il patto forgiandogli un’arma che unisse la leggiadria delle più famosi daghe elfiche e lo spadone.

Tornato in patria, sua sorella vide cosa aveva fatto, sbigottita dal risultato. Ma per un motivo tutt’ora oscuro, Sed scappò senza dire nulla, così come aveva fatto anni prima lo stesso Vurah. Da Dalunalad scoprì che ella l’aveva cercato in lungo e in largo, tentando di trovarlo ma in vano ma che non comprendeva il perché di questa nuova fuga.
Vurah fu sommerso dal dispiacere, la forgia di Ogun fu il nascondiglio perfetto per non farsi trovare con il senno di poi. Decise di erigere una città, la prima città dei mezzelfi, di crearne le tradizioni e le leggi, creando un luogo sicuro per loro e per quelli che sarebbero poi nati.
Sperando che il giorno in cui avrebbe potuto abbracciare sua sorella arrivasse presto, regalandole un posto che anche lei poteva chiamare casa.

Relazioni

È in rapporti pacifici con suo padre Dalunulad, trovando spesso la sua tendenza a non agire snervante ma necessaria, rispettando comunque la sua parola. Vi è una profonda stima nei confronti di Ogun a cui deve la sua attuale forma, uniti dai principi di Onore e Famiglia.

Apprezza Oridis per la sua condotta impeccabile, guardando con sospetto Morhenna. Ratatosk è particolarmente ostracizzato in quanto portatore di distruzione.

Provvidenza

Vurah è un Dio che non sembra tale, poiché la sua apparenza è quella di un guerriero in armatura pesante ed arma sulla schiena, creando così la supposizione che ogni tanto visiti le città dei Mezzelfi anche solo per una ronda notturna. Le guardie fedeli a lui sono stranamente più vigili ed acute, in grado di discernere meglio le menzogne.

Come Dio della Disciplina, Vurah regala a chi persegue con abnegazione la nobiltà d’animo e la rettitudine la forza di resistere ad ogni attacco, vedendo le ferite sanate per poter continuare a professare il proprio credo.

Coloro che invece che vivono la propria esistenza in maniera lasciva, caotica e poco morigerata vedrà incorrere la paziente e devastante rabbia della divinità che opera in maniera anche fin troppo subdola, costringendo il malcapitato della peggiore delle maledizioni: ogni oggetto di metallo diventerà improvvisamente così pesante da non poterlo più sostenere, né potrà più sollevare nulla che sia fatto di metallo.

Aspetto

Vurah si presenta come una figura ricoperta da un’armatura pesante di foggia maschile, completa di elmo, cesellata e lavorata. In realtà quella è la sua stessa carne temprata, quindi l’armatura avrà sempre una temperatura simile a quella di un corpo vivo; un drappo rosso fa da mantello e fascia la spalla destra ed un ulteriore tessuto si sporge dal cinturone, fino alle ginocchia. Sulla schiena ha un’arma che assomiglia per lunghezza e dimensioni ad uno spadone ma è più sottile e letale, al punto che è in grado di impugnarla con una sola mano.

Viene dipinto con uno scudo grande di ferro per segnalare un luogo che richiede la sua protezione e con la sola arma a puntare il vuoto quando lo si evoca per giudicare una diatriba in un tribunale.

Servitori

Vurah non ha servitori a parte il suo Araldo Geevius, del tutto simile ad un elementale della terra enorme fatto interamente di metallo liquido come il Mercurio.

Chiesa di Vurah

I mezzelfi che venerano Vurah sono quelli che credono nella disciplina ferrea del loro signore e di come la legge sia superiore al concetto di bene o male. Le chiese a lui dedicate sono luoghi architettonici di indubbio gusto, disegnati per sembrare quasi costrittivi all’esterno ma molto spaziosi all’interno, sfruttando archi ampi e grosse finestre da dove far entrare la luce, ricordando come Vurah sia finito come essere ma infinitamente grande all’interno.

Tra le sue file Vurah accetta solo mezzelfi. Le uniche eccezioni sono coloro che, dopo un lungo tempo trascorso in una città che sottostà alle leggi del Dio, decide di votarsi alla causa della Disciplina. Questi mortali vengono considerati come “atti di fede che camminano” e vengono elogiati dalla chiesa.

I Chierici e gli Inquisitori di Vurah sono soliti portare degli elmi simili a quelli del loro signore, potendoli togliere solamente quando giunge la notte, vestendo soprattutto in armature quando possono, altrimenti vestire con il colore grigio scuro, il grigio chiaro ed il rosso bordeau. I Paladini che devolvono la propria fede a Vurah sono considerati Giudici Erranti, persone che stanno allo stesso livello della legge, adempiendola e mostrando come la Giustizia non sia una Punizione. Correggere, non condannare.
La caccia agli eretici è comunque spietata e seppur la morte non sia la fine, la tortura correttiva è ciò che spetta loro.

Testi Sacri

Sono sostanzialmente tre i libri della chiesa di Vurah. Il primo è “Le 108 vie della Redenzione”, un libro che racchiude e spiega i precetti che Vurah ha superato durante la forgiatura, nel dolore delle fiamme di Ogun.
“La guarigione attraverso la disciplina”, un trattato teologico su come dovrebbe l’assoluto rigore del proprio spirito riuscire a sanare le ferite dell’animo e “Il viaggio verso casa”, il racconto di quello che ha fatto dalla nascita alla fondazione della prima città mezzelfica.

Giorni Sacri

Partecipa come ospite il 9 di Ferinar nella festa dedicata a suo padre Dalunulad, rappresentando la protezione che il popolo mezzelfico dovrebbe mostrare l’uno all’altro.
Il 17 di Hydrinar è però il suo vero giorno, il giorno in cui Ogun colpì per l’ultima volta con il suo martello il corpo incandescente di Vurah e lo spense nelle acque del suo catino dopo averlo forgiato.

Allineamento

Legale Neutrale

Domini

Nobiltà, Legge, Terra (Solo sottodominio del metallo), Protezione, Guarigione

Arma Preferita

Spada bastarda