Sed

Dea della frustrazione

Divinità

Conosciuta anche come “la signora dell’infinita ricerca” o la “la sbadata cacciatrice”, Sed è la figlia di Dalunulad e sorella gemella di Vurah. Del trittico divino lei è la figura del Boia, la mano che compie il misfatto e distrugge coloro che meritano una punizione. Rappresenta anche il sentimento conflittuale che molti mezzelfi (e non solo) percepiscono nei confronti delle razze che li hanno generati, non sentendosi né l’uno né l’altro.

Dogma

La dea non richiede davvero un Dogma, poiché chi la segue ha di solito la sfortuna di sentirsi come lei. Chi è alla continua ricerca di qualcosa sapendo in cuor proprio che non riuscirà mai a trovarlo, il sentirsi inadatti in maniera viscerale, chi non sopporta la propria condizione: questi sono tutti possibili seguaci della Dea.
Per quanto voglia bene al lato femminile di Dalunulad, la colpevolizza di continuo per la sua condotta piatta, in continua attesa. Prova profondo amore per Vurah insieme ad un enorme senso di colpa che la porta ad essere sempre lontana dal luogo che suo fratello ha costruito anche per lei.
Come Dea e Boia, non sente di rispettare rigorosamente la legge ed è più fedele al suo personale verdetto: spesso una morte veloce e silenziosa per i malvagi di cuore e quelli che perpetrano soprusi.

Storia

Quando Dalunulad nacque, insieme alla divinità si crearono altre due entità, figli e gemelli dello stesso Dio, poiché formati da ciò che per il Primo Mezzelfo non era più utile.
Sed era semplicemente la perfezione, di una bellezza rara quasi disturbante, priva di imperfezioni; capelli lunghi, occhi fieri ed orecchie appuntite. Imparò a camminare, correre e parlare ad una velocità allarmante, al punto che poteva fronteggiare già sua madre senza alcun timore.

Sed era però tanto bella quanto sbadata, tutto ciò che toccava subiva una sorta di “malaugurio”, al punto che tutto cadeva in mille pezzi. Non importa quanto resistente fosse l’oggetto, se Sed sfiorava per sbaglio un qualsiasi oggetto, questo era capace di cadere e rompersi in pezzi piccolissimi. Solo suo fratello Vurah, privo di consistenza vera e propria, sembrava non soffrire per niente di questa sorta di sfortuna che la gemella riusciva ad instillare e di questo la Dea era grata. La sua bellezza esteriore però era il riflesso contrario del suo animo: tutti i sentimenti negativi dei due procreatori Nua’al e Ludd si erano riversati in lei, dimostrando una eccessiva emotività ad ogni cosa e l’assoluto rifiuto di leggi e categorizzazioni.

Quando Vurah sparì, Sed si sentì improvvisamente persa. Non sapeva dove fosse andato e per la prima volta percepì di essere sola, poiché sua madre non era mai stata davvero presente nelle loro vite: più di tutte lei sentiva le mancanze genitoriali e la presenza del suo gemello era fondamentale per poter andare avanti. Senza di lui era come se un pezzo di sé fosse sparito, un pezzo più importante del braccio o del cuore.
Chiese a Dalunulad dove fosse andato ed il Dio dal doppio volto rivelò che per vergogna di sé, Vurah aveva deciso di partire. Non lo aveva rivelato, semplicemente lo sapeva.

Era disperata e non poteva certo rimanere lì, ad aspettare. Voleva trovarlo e per farlo doveva partire senza sapere la meta da raggiungere, senza una direzione. Conosceva il suo gemello ma era la prima volta che si muoveva in maniera così sconsiderata senza di lei; si avviò verso una terra, quella più vicina, armata di poche cose, nella sorda disperazione di sentire che qualcosa le stava mancando.

Viaggiò in lungo ed in largo fin quando, alla soglia del mare, incontrò un’altra divinità duale: Iravaru. Chiese aiuto ed essendo abituata a dover fronteggiare sua madre, non fu difficile per lei entrare in sintonia con la divinità del Tempo Atmosferico. L’unico aiuto che arrivò però fu il più sibillino mai ricevuto: doveva seguire il ciclo delle nubi per poter trovare quello che stava cercando, solo quando le nubi si sarebbero fermate allora avrebbe ottenuto il dono più grande.
Convinta di dover seguire solamente le nubi, Sed si incamminò.

Le nubi si spostavano di continuo e dove andavano, lei giungeva. Vide cose incredibili e terribili, comprendendo come il mondo fosse un posto troppo grande, troppo strano e troppo crudele per poterci vivere in maniera serena. Guerre, carestia, siccità erano contrapposte alla Pace, al benessere e all’abbondanza. L’unico problema era che la sua naturale tendenza ad essere un disastro su due gambe, con la sua sfortuna leggendaria, portava più le prime che non le seconde.
Lei era la nube ed il suo passo il vento.

Più il tempo passava più il suo cuore veniva avvelenato dalla disperazione, la speranza di trovare Vurah si faceva sempre più flebile. Al suo posto trovava persone o animali che erano disperati tanto quanto lei, per un motivo o per un altro: chi aveva perso tutte le sue fortune, chi la persona che amava, chi non sentiva di appartenere al posto in cui era nato, chi invece non voleva avere una vita bloccata. Lei al massimo offriva un po’ di compagnia durante i viaggi e niente di più, ma curiosamente tutti coloro che hanno visto la sua mano tesa l’hanno agguantata.

Venne poi il giorno in cui venne a sapere che suo fratello era tornato a casa. Uno straniero, un uomo dall’aria sofferente glielo aveva rivelato e per un attimo la speranza apparì di nuovo nel suo cuore, la tentazione di tornare era tanta ma il racconto di quella persona atterrì di nuovo la Dea: Vurah ora aveva un corpo interamente di metallo e l’aveva fatto forgiare da Ogun in persona così da non far sfigurare più sua sorella.

Sed si rese conto della cosa peggiore: aveva distrutto anche suo fratello. Lo aveva distrutto dentro ad un livello così profondo che si era convinto che lui fosse quello sbagliato, quello che non poteva stare vicino a lei per chissà quale motivo, così convinto da far forgiare un corpo. A lei invece quel corpo indistruttibile piaceva, poteva abbracciarlo senza distruggerlo ed invece era comunque riuscita a rompere qualcosa di prezioso.

Non tornò indietro. Ora capiva il senso delle parole di Iravaru: le nubi non si fermano mai, il ciclo delle piogge non ha una pausa, cambia solamente posto ogni volta. Avrebbe perseguito ancora la sua ricerca ma per uno scopo totalmente diverso, doveva trovare qualcosa  di degno per fare ammenda agli occhi di Vurah, qualcosa che le avrebbe fatto guadagnare il suo perdono.

Relazioni

Ha un rapporto conflittuale con sua madre Dalunulad, spesso scoppi violenti d’ira con cui accusa la sua reticenza nell’agire. Rispetta Iravaru ma non le piace mentre è una forte sostenitrice di Ëishe. Non ha niente contro Nagur e spesso è possibile trovarla appena dopo il suo passaggio; nei confronti di Ratatosk non c’è odio, ma essendo una distruttività voluta non approva. Lo combatte meno attivamente di sua madre e di suo fratello.

Provvidenza

A differenza dei suoi genitori e di suo fratello, Sed non è una Dea che ha una vera e propria provvidenza. Il suo continuo peregrinare ed accogliere chi si trova nella sua condizione le permette di dare una maggiore stabilità e forza durante i viaggi, evitando malattie e contrattempi. In più può eliminare facilmente gli ostacoli nel tragitto che si compie e poco più.

Quando però la persona che esegue la ricerca trova ciò che sta cercando, sia esso una casa, un’appartenenza, la pace ella invita pacificamente di rimanere dove si trova bene. I suoi unici bersagli sono coloro che impediscono il conseguimento ultimo della ricerca di qualcuno.

Aspetto

Sed ha i tipici tratti mezzelfici di una bellezza spaventosa e proprio per questo suo essere terribilmente bella, cerca in tutti i modi di non far trasparire questa sua dote senza riuscirci. Veste in abiti di foggia maschili, da viaggio, con i capelli spettinati o raccolti in una lunga treccia. Ha lo sguardo severo e sembra sempre masticare maleparole tra le guance, come se un pensiero la renda di cattivo umore di continuo.
Spesso viene dipinta con una pelliccia come manto e piccoli punti di blu, come delle piume tra i capelli. Quando viene raffigurata a forma intera ha sempre un arco corto composito nella mano destra.

Servitori

Tutti coloro che hanno una ricerca difficile al limite dell’impossibile, chi non trova pace interiore e chi non sa cosa fare nella propria esistenza sono i servitori della Dea. Ma tra loro quattro in particolare la servono:

Chiesa di Sed

Ogni focolare dove un viaggiatore si ferma è buono per Sed e per una sua preghiera. Non esistono templi, poiché tutto il culto è basato sul continuo peregrinare da una parte all’altra alla ricerca e al conseguimento dei propri obbiettivi. La si può comunque invocare anche nei momenti di massima frustrazione, sarà sempre un orecchio pronto ad ascoltarvi e condividere la pena.

I chierici e gli inquisitori di Sed hanno l’obbligo di non fermarsi troppo in un punto ed aiutare chi sembra bisognoso delle loro attenzioni. Se ci sono accoliti di Vurah loro hanno comunque la precedenza, su tutti.

Si occupano anche delle sentenze. Se qualcuno deve essere giustiziato, tenteranno sempre di arrogarsi il diritto di poter uccidere l’imputato nella maniera più veloce e meno dolorosa possibile.

Testi Sacri

Non esistono testi sacri di Sed, poiché lei non ha mai chiesto di essere seguita, quindi tutta la storia ed il culto viene narrato vocalmente. Per questo si trovano molte differenze nelle storie, ma la storia della sua nascita e dell’inizio della sua ricerca è sempre la stessa.

Giorni Sacri

Partecipa come ospite il 9 di Ferinar nella festa dedicata a sua madre Dalunulad, rappresentando il viaggio che ogni mezzelfo compie per raggiungere il luogo della festa.
Il 15 di Flaminar si festeggia invece con una manifestazione silenziosa chiamata “il luogo del ritorno”. Ogni persona credente crea una piccola effige di qualcosa che ha perduto, sia esso un oggetto o una persona o un concetto che può essere semplicemente scritto, per poi raggiungere il luogo dove si è nati. Al cospetto di un piccolo falò si lascia bruciare l’oggetto, commemorando così cosa si è perso e perché la frustrazione è grande.

Allineamento

Caotico neutrale

Domini

Distruzione, Caos, Libertà, Aria (Solo sottodominio del vento), Viaggio

Arma Preferita

Arco Corto Composito